La chimica supramolecolare rappresenta un'area della chimica che è responsabile dell'analisi di tutte le interazioni supramolecolari, cioè le interazioni tra molecole. La sua analisi è supportata dalla biologia e si basa sui metodi della chimica organica e inorganica. Gli obiettivi della ricerca chimica supramolecolare sono aggregati supramolecolari, che sono molto vari e possono spaziare da strutture biologiche, dove partecipa un gran numero di molecole, a composti con poche molecole che tendono a tollerare fenomeni come l'auto assemblaggio molecolare.
Questo concetto chimico è stato reso noto nel 1978 dal chimico francese Jean-Marie Lehn.
Si può quindi affermare che la chimica supramolecolare è quella associata agli arrangiamenti molecolari e alla connessione di queste molecole, essendo attratti da entità molto complesse che sono il prodotto della separazione di due o più specie chimiche che sono legate da energie intermolecolari.
Queste energie intermolecolari che sono la causa della formazione supramolecolare possono essere connessioni secondarie, interazioni ioniche o legami idrogeno. Questo tipo di forze sono significative oggi, per quella che è nota come ingegneria dei cristalli.
Secondo Lehn, questo ramo della chimica rappresenta un'estensione della chimica di coordinazione.
Nei composti supramolecolari è possibile osservare tre livelli di struttura organica: primaria, cioè a livello molecolare. Il secondario, che si riferisce all'associazione di molecole e il terziario, che si riferisce all'imballaggio cristallino di organismi supramolecolari.
Oggi uno dei campi della chimica che si è evoluto molto rapidamente è quello supramolecolare. Significa una svolta nell'affrontare alcune difficoltà chimiche, poiché cerca di associare le interazioni presenti tra le diverse subunità, esistenti in una molecola, o insieme di molecole, organizzate principalmente con la reattività e la specificità di un dato processo..