Il buon senso è la qualità del sensibile, cioè di chi agisce secondo un ordine logico, prudente e del tutto razionale. È abbastanza comune che le persone che operano secondo standard politicamente corretti o che hanno una morale sufficiente quando svolgono determinate attività siano chiamate in questo modo. La parola deriva dal latino “sensatus”, una parola con una radice comune anche per “sensibile” e che aggiungendo il suffisso “–ez” diventerebbe una caratteristica della personalità di un individuo. Questo, come altre abilità di controllo emotivo umano, può aiutare nelle relazioni e nell'ascensione sociale, poiché rivelano l'essenza di "una brava persona".
In contrasto con il buon senso, c'è la follia, il tratto o la qualità di coloro che vengono definiti sciocchi. Questi individui pensano e agiscono mossi dall'azione degli istinti più bassi, oltre che da forti passioni. Questa caratteristica, a differenza del buon senso, può devastare non solo l'aspetto sociale, ma, se si riscontra in circostanze particolari, a livello politico o economico. Va detto che, secondo alcuni studiosi, agire "con prudenza" è un'esigenza sociale nata come conseguenza del progresso, cioè il continuo abbandono dei costumi più elementari sviluppati dal bisogno di sopravvivenza.
Nella cultura popolare ne sono stati pubblicati altri che assumono il buon senso come tema centrale. È il caso del romanzo Ragione e sentimento (buon senso e sentimenti), della britannica Jane Austen; In questo viene narrata la vita delle sorelle Dashwood dopo la morte dei loro genitori, costrette a vivere in campagna e alla disperata ricerca di mariti di alta posizione sociale. Questo è stato realizzato come adattamento cinematografico nel 1995, con Kate Winslet come una delle protagoniste.