Le clausole floor o floor ipotecario sono uno dei requisiti stabiliti nei contratti di mutuo, in cui sono stabiliti dei limiti minimi per gli interessi che si otterranno, in quanto non quotabili sotto questo dato. Tale provvedimento, oltre alla cosiddetta clausola di plafond, è stato adottato nelle banche dell'Unione Europea, perché i tassi di interesse sui benefici si basano sui dati di riferimento pubblicati quotidianamente dall'Euribor e questi, dal 2009, sono presentato cali astronomici, con conseguenti scarsi benefici per i finanziatori. In Spagna, un tribunale di Madrid ha sostenuto il divieto di questa pratica, definendola "poco trasparente" e "abusiva".
La Corte di giustizia dell'Unione europea, nel 2016, ha deciso, in modo inappellabile, che tutti i soldi raccolti dalle banche in base alla clausola floor, dovessero essere restituiti ai clienti, perché si tratta di una pratica scorretta. Tuttavia, non è del tutto vietato, poiché le banche possono ancora includerli nei loro contratti, previa negoziazione e chiara conoscenza, da parte del debitore, delle limitazioni e dei requisiti che la clausola comporta. In modo fraudolento, è stato spesso indicato con il nome di: limiti all'applicazione di interessi variabili, limite di variabilità, tasso di interesse variabile. In questo modo si è stabilito che la percentuale non potesse scendere ad un numero preventivamente stabilito dal prestatore.
In considerazione dei cali che si evidenziano nell'Euribor, gli enti bancari hanno optato per altre opzioni che portino loro alcuni benefici, come l'incorporazione delle clausole zero, dove, in considerazione dei valori negativi, è previsto che il cliente rinunci al proprio diritto al pagamento del mutuo da parte del creditore. In questo modo si evita di pagare ai clienti gli interessi corrispondenti al mutuo ipotecario.