Studi umanistici

Cos'è la critica? »Definizione e significato

Anonim

La critica è un termine filosofico che solleva lo studio delle basi della conoscenza come requisito per qualsiasi riflessione filosofica. Questa dottrina epistemologica ideata dal filosofo Immanuel Kant cerca di porre limiti alla conoscenza reale, attraverso un'analisi sistematica delle condizioni di possibilità del pensiero. La critica crede nella possibilità che l' uomo raggiunga la conoscenza, ma è importante giustificare in modo razionale il modo in cui questa conoscenza viene raggiunta.

Lo scopo di Kant con questa teoria era di sottoporre la ragione a uno studio accurato per osservarne la struttura e quindi essere in grado di stabilire il modo in cui hanno ottenuto quella conoscenza. Vuoi sostenere la conoscenza umana, fissando i contributi dall'esperienza. L'individuo riceve le informazioni, le organizza, le plasma attraverso sistemi "a priori" di ragione, sensibilità e comprensione. La via "a priori" è data dall'individuo e ha sempre un modo di essere necessario e universale.

Kant definisce la critica come una dottrina che si distingue per la sua maturità sulle altre, poiché analizza tutte le affermazioni della mente umana e non ammette deliberatamente nulla, la critica chiede sempre ragioni e chiede spiegazioni alla ragione umana. La sua posizione non è dogmatica, tanto meno scettica ma piuttosto critica e riflessiva.

Si può quindi affermare che la critica kantiana nasce da una critica al razionalismo e all'empirismo, tenendo conto che queste dottrine non prendono in considerazione il ruolo attivo del soggetto all'interno del processo cognitivo.

Kant voleva stabilire un legame tra le leggi universali e la convinzione che il " sapere " nasca dalle esperienze sensoriali. Quindi, se la conoscenza proviene dai sensi, i fatti sono di natura individuale e i principi universali non potrebbero essere conosciuti.

Detto questo, Kant fa la differenza tra giudizi analitici e giudizi sintetici. I primi sono autonomi dalla natura, quindi possono essere universalmente stabiliti; mentre i secondi sono legati all'esperienza.

Si può quindi concludere che all'interno dell'intelligenza non c'è nulla che non nasca dall'esperienza, ma allo stesso tempo tutta quella conoscenza è derivata allo stesso modo.