Studi umanistici

Cos'è l'eclettismo? »Definizione e significato

Anonim

L'eclettismo può essere usato per riferirsi a due fenomeni. Da un lato, l'eclettismo è una corrente filosofica dalle caratteristiche molto particolari. D'altra parte, il concetto di eclettismo può essere utilizzato per designare uno stile di vita, di pensiero, di azione che segue in un certo senso le caratteristiche di quella corrente filosofica, ma che non lo fa in modo consapevole o ad essa legato, ma bensì è un fenomeno.

È importante stabilire che la parola eclettismo deriva dal termine greco eklegein, che significa scegliere o selezionare. È così che si costruisce l'idea che l'eclettismo sia ciò che ha a che fare con la scelta e la selezione di diversi elementi per creare qualcosa di nuovo che non si adatta a una realtà unica o preesistente. Pertanto, era l'eclettismo come corrente filosofica interessata a selezionare tocchi e aspetti di diverse correnti filosofiche considerando che molti di questi aspetti potevano essere interessanti e che non dovevano escludersi a vicenda. In questo senso, possiamo dire che l'eclettismo (emerso nell'antica Grecia intorno al II secolo a.C.) era interessato a unire alcuni elementi di grandi filosofi come Platone, Aristotele,stoicismo e metafisica. In questo modo, questa corrente filosofica non ha stabilito dogmi attorno a idee esclusive e chiuse, ma ha stabilito connessioni tra quelle esistenti in modo che da esse emergesse qualcosa di nuovo e unico. Questa corrente filosofica continuerà ad esistere per molto tempo, anche nell'età moderna, sebbene aggiunga sempre nuove idee.

In termini più generali e pratici, l'eclettismo è inteso come un modo di agire, pensare, vivere che rappresenta la stessa cosa di questa corrente filosofica, cioè una ricerca permanente per unire idee, forme, figure di diverso tipo affinché l'Essere trasformato in qualcosa di nuovo e unico. Pertanto, è comune parlare di eclettismo come uno stile artistico in cui non c'è un solo sguardo, limitato semplicemente a ciò che l' autore contribuisce, ma c'è un'unione di molti elementi (a volte diversi tra loro) che generano una sorta di emozione o shock nello spettatore e che abbaglia per trasformarsi in qualcosa di così speciale e unico.

Il termine "eclettico" è utilizzato nella Storia della filosofia in modo ambiguo e spesso oscillante e non rigoroso. Oggigiorno è comune definire eclettici alcuni pensatori greci e romani (alcuni filosofi dell'Accademia, alcuni stoici e Cicerone), e anche un'altra serie di pensatori francesi e spagnoli del XLX secolo che rappresentano un momento di mancanza di originalità nella speculazione e che ricorrono a costituire una selezione di diverse dottrine. Anche tra gli eclettici è necessario studiare i filosofi spagnoli e americani del s. XVII e XVIII che cercano di conciliare le dottrine cartesiane, prima, e lockiane poi, con elementi della tradizione scolastica; Gaos ha persino parlato di un peculiare "eclettismo ispanoamericano".

Oggi siamo abituati a limitare molto di più la voce. in termini di utilizzo per riferirsi essenzialmente a un particolare sistema o tipo di sistema. Normalmente ci riserviamo di designare il concordato o l'atteggiamento armonizzante di certi pensatori; ci deve essere un minimo di sintesi in essi. Quando c'è una semplice fusione di elementi eterogenei, è preferibile parlare di sincretismo: questo è generalmente fatto con riferimenti ad autori che uniscono elementi religiosi e filosofici.