Il concetto di attrito viene utilizzato per indicare la forza che esiste tra due superfici in contatto e che si oppone al movimento relativo tra una e l'altra superficie (forza di attrito dinamico). Si dice anche che l'attrito sia la forza che si oppone all'inizio dello scorrimento (forza di attrito statico). Questa forza nasce da imperfezioni, soprattutto microscopiche, che compaiono tra le superfici a contatto. Dette imperfezioni fanno sì che la forza perpendicolare R tra le due superfici non sia perfettamente tale, ma formi invece un angolo con il normale N (l'angolo di attrito). Questa parola deriva dal latino "frictio".
Quando si dice che c'è attrito è perché due superfici che provocano una forza stanno sfregando, per questo motivo sono possibili due tipi di attrito, uno statico e l'altro dinamico. La prima è una resistenza che deve essere trascesa per mobilitare una cosa contro un'altra con cui ha contatto, nel mondo ci sono infinità di oggetti che fanno uso di attrito, un esempio di questo sono alcuni giocattoli come le auto a frizioneche riescono a funzionare, grazie a quella forza che può vincere l'attrito statico, spingendo il giocattolo all'indietro. Da parte sua, l'attrito dinamico, che è meno che statico, appare nel momento in cui un corpo è già in movimento. Quando le superfici vengono a contatto, se non sono totalmente lisce, presentando generalmente piccole imperfezioni, si produce una forza che si oppone al movimento in un angolo e che è opposta nella sua direzione al movimento. È una resistenza a questo movimento che avrà successo se la forza applicata è necessaria.
Sebbene non tutte le differenze tra i due tipi di attrito siano note esattamente, l'idea generale è che la statica sia leggermente maggiore della dinamica; Poiché le superfici su cui si verificherà l'attrito sono a riposo, è molto probabile che si generino legami ionici o microsaldature che le uniscono, cosa che non avviene una volta in movimento.