Gens è una parola che deriva da radici latine, che può essere tradotta nella nostra lingua come “famiglia”, una voce latina che è anche legata a parole come persone, gene, genetica o generazione. La voce gens si riferisce a una corporazione o organizzazione sociale che coesisteva al tempo dell'antica Roma; dove ogni gens era formata da un certo gruppo di individui, i quali affermavano di provenire da un comune antenato mitico, che diede il nome alla cosiddetta gens, cioè il “nomen gentilicium”; la gens era governata da un leader, generalmente acquisito dall'uomo più anziano del gruppo, chiamato "il pater".
Ciascuna delle gens era un'entità economica, politica e religiosa; Avevano anche il loro territorio, costituito dalle abitazioni o dalle case di ciascuno dei membri e dalle proprietà che coltivavano e dove tenevano il bestiame. Erano comunità che adoravano i propri dei, attraverso diversi tipi di culti e riti funebri comuni.
Differenziando la gens greca da quella romana, dato che quest'ultima proveniva dalla parte maschile dell'antenato di cui al nomen, non era adorato, ricordato o onorato. Inoltre, i membri di queste organizzazioni erano gentili e avevano tutti lo stesso nome, che era il nomen gentilicium, indicando così la presenza di un antenato comune.
E fu il giurista, filosofo, politico, oratore e scrittore romano Marco Tulio Cicero a manifestare le principali caratteristiche della gens, che erano tre: primo, nessuno dei loro antenati, antenati era uno schiavo; secondo, ognuno dei suoi membri era ingenuo, vale a dire che erano sempre stati persone libere; e terzo, che non hanno sofferto alcuna "capitis deminutio", cioè non hanno mai perso la loro libertà, cittadinanza o hanno cessato di far parte della loro famiglia.