Si chiama “interculturalità”, il processo in cui due o più culture realizzano una sorta di scambio e interagiscono in generale. Questo si distingue dal multiculturalismo perché è una relazione completamente arricchente tra le due tradizioni, mentre l'altra suggerisce che, in una certa area geografica, coesistono due o più culture, dove gli individui non sarebbero necessariamente interagenti. L'interculturalità è una forma di integrazione e convivenza, che privilegia l'importanza rispetto al rispetto per la diversità. Dal punto di vista dei diritti umani, ciò presuppone la costruzione di una certa reciprocità, con l'uguaglianza tra i diversi partecipanti.
I ricercatori sottolineano che il processo di incontro tra culture avviene in 5 fasi, essendo le seguenti: l'incontro, dove inizia l'interazione e si stabiliscono le rispettive identità; rispetto, dove i partecipanti sono aperti ad ascoltare i costumi, le credenze e le tradizioni degli altri; dialogo orizzontale, che entra in gioco quando tutte le culture hanno pari opportunità di emancipazione; comprensione reciproca, cioè accettazione e comprensione delle circostanze degli altri; la sinergia o le conclusioni raggiunte dopo aver sperimentato lo scambio.
Alcune organizzazioni internazionali, come l'ONU, propongono sistemi educativi bilingue che tengano conto di almeno due culture. Questo progetto sarebbe applicato, soprattutto, nei paesi in cui convivono tribù indigene o c'è un alto tasso di immigrati. In questo modo i giovani sono incoraggiati a far parte di un processo in cui apprenderanno, da diversi punti di vista, lo stile di vita e le usanze di altre comunità; Inoltre, viene promosso il dialogo, per apprendere più in profondità, così come l'approccio e il rispetto per le altre culture.