Uso eccessivo e inappropriato di una legge. Persona che si occupa di applicare esplicitamente e letteralmente le leggi, sia umane che religiose, avendo la precedenza su tutto. Nella religione, un legalista crede che avendo identificato tutte le leggi di Dio e obbedendo ad esse come suoi comandi, possono risolvere tutto nella vita poiché la Bibbia per queste persone è una raccolta delle regole, che consultano e trovano quelle appropriate per ogni processo e circostanza che viene loro presentato nella vita quotidiana, come un elenco legale di consultazioni, specialmente per quanto riguarda questioni e problemi morali poiché identificano la legalità come moralità e tutto il male è proibito, ciò che è bene lo giudicano secondo i mandati biblici.
Una delle considerazioni dell'essere una persona legalista è la tendenza a dimenticare che la cosa giusta da fare non consiste solo nell'essere ciecamente obbedienti alle leggi ed essere estremisti se le azioni sono accompagnate da una doppia intenzione, come quella che dà aiuto e vuoi che sia riconosciuto pubblicamente come un essere molto generoso. Il legalista si sente sicuro nella sua condizione di poter escludere altri, dando la propria interpretazione delle leggi, prendendone parti specifiche a proprio vantaggio, dandogli il significato che vogliono che abbia; credere che smettere di fare o evitare cose non sia una garanzia di salvezza o di non commettere errori nella vita. Si possono menzionare tre tipi di legalista, quello che usa la legge per ottenere la salvezza, l'altro che cerca di mantenerla perché già ce l'ha e quello che la usa per disprezzare gli altri per la loro condizione salvata.
Nel corso della storia, è nota una guerra civile chiamata rivoluzione legalista, avvenuta in Venezuela il 6 marzo 1892, guidata dalle truppe ribelli, il legalista Joaquín Crespo, insorgente contro il governo permanente del presidente Raimundo Andueza Palacios che voleva estendere il suo governo per altri due anni.