Nella religione, il Nirvana è uno stato di felicità e pace che gli esseri umani possono raggiungere attraverso la meditazione. È uno dei principi più importanti del buddismo, giainismo e induismo, in quanto rappresenta lo stato massimo raggiungibile. C'è un concetto, progettato dall'economista Harold Demsetz, chiamato "Nirvana Fallacy", che pone la situazione in cui un individuo fa confronti tra opzioni reali e immaginarie. Allo stesso modo, esiste anche un principio della psicoanalisi, sviluppato da Barbara Low, in cui viene descritto l'impulso inconscio a sopprimere l'eccitazione.
Nel Buddismo, il Nirvana è percepito come la più alta posizione dell'essere, uno stato in cui dici addio a tutta la sofferenza che hai portato sulle spalle, ma è anche la fine della tua individualità e di ciò che porta (corpo, mente); diventando una creatura pura e astratta, diventa parte di un tutto. Nel frattempo, l'induismo ha una definizione simile a quella menzionata sopra, ma usa la metafora della candela, in cui si dice che il Nirvana sia la fiamma estinta che rappresenta tutti i mali umani esistenti (lussuria, odio, invidia…); come nel buddismo, l'essere astratto diventa parte di un ambiente superiore. Nel Giainismo, invece, questo stato è quello che finalmente libera, l'individuo che lo sperimenta, dal KarmaCioè, passa a un piano spirituale.
L'errore del Nirvana, allo stesso modo, è una teoria che proietta il comportamento dell'essere umano al momento della confutazione di un'affermazione. Il punto è che, mentre si prepara l'argomento per rifiutare l'idea dell'altro, vengono utilizzate una serie di circostanze che sono irrealistiche; Insomma, cerca di migliorare la realtà presentando soluzioni ovviamente vantaggiose. Riguardo al principio psicoanalitico, Freud, che lo ha adottato, ne parla come di quel bisogno primitivo di reprimere qualsiasi desiderio sessuale, che viene presentato da stimoli esterni o interni. Infine, Nirvana è il nome di una band grunge americana, conosciuta, in gran parte, dal suo leader, Kurt Cobain.