È uno dei concetti più complessi, interessanti e importanti da comprendere nel campo della filosofia moderna ed è stato creato e sviluppato nella sua teoria dal filosofo tedesco Immanuel Kant. Ci riferiamo al concetto di noumeno, che è molto astratto e implica una differenziazione tra fenomeni di pensiero e fenomeni puramente sensibili. Per Kant, il noumeno è l' oggetto, poiché è "in sé", indipendentemente dal nostro modo di conoscerlo, che egli chiama "la cosa in sé". Kant lo oppone al fenomeno, all'oggetto così com'è per noi, cioè come lo conosciamo in termini di forme di sensibilità e comprensione “a priori”.
Come è noto, Kant ha dato vita a quello che è noto come l'idealismo tedesco e il cui presupposto principale era il predominio delle idee sul mondo sensibile. Kant sosteneva che il pensiero o il noumeno non poteva essere conosciuto dall'essere umano e dalla sua capacità razionale nella sua totalità, perché era immanente e, quindi, anche trascendente.
Ciò significa che di per sé, il noumeno potrebbe essere equiparato al concetto di essenza o sostanza che esisteva nella filosofia dell'antica Grecia e che divideva anche il mondo dell'intelligibile con il mondo del sensibile.
A causa dell'incapacità della mente umana di conoscere la vera essenza delle cose, Kant sosteneva che il noumeno può essere conosciuto, assimilato o compreso solo attraverso la moralità, cioè attraverso un comportamento che ha il potere di significare, o portare benefici per la condizione umana.
La distinzione tra fenomeni e noumeni è fondamentale nel sistema kantiano. Nell'affrontare questa domanda, Kant distingue due sensi del concetto di noumeno:
- Negativamente, "noumenon significa qualcosa nella misura in cui non può essere riconosciuto da un'intuizione ragionevole".
- Positivamente, significa un "oggetto che può essere conosciuto attraverso l'intuizione non sensibile", cioè attraverso l'intuizione intellettuale.
Ora, poiché ci manca l'intuizione intellettuale e possediamo solo un'intuizione sensibile, la nostra conoscenza è limitata ai fenomeni e, di conseguenza, il concetto di noumeno rimane come qualcosa di negativo, come limite dell'esperienza, come limite di ciò che può essere conosciuto.. Non c'è conoscenza delle cose in sé, dei noumeni. L'accesso alle cose non si trova nella ragione teorica, ma nella ragione pratica, come vedremo.
La distinzione tra fenomeni e noumeni ci permette di capire perché Kant chiama la sua dottrina " idealismo trascendentale": perché spazio, tempo e categorie sono condizioni di possibilità dei fenomeni dell'esperienza e non proprietà o caratteristiche reali delle cose stesse.