La parola paziente deriva dal latino "patĭens" che significa soffrire o soffrire; uno dei suoi usi più comuni è come aggettivo, per descrivere che una persona è tollerante e calma, e ha la pazienza di eseguire o eseguire un'azione specifica senza la necessità di spaventarsi. Pertanto, in ambito medico, l'individuo o il soggetto che soffre di un disturbo fisico o che ha bisogno di ricevere cure mediche è chiamato paziente, quindi deve recarsi da un operatore sanitario per curare la sua condizione; che a differenza dell'altro termine questo deriva dal greco "pathos", che significa dolore o sofferenza; Queste due descrizioni sono le più comuni che possono essere utilizzate per definire la parola paziente.
Nella filosofia secondo la vera accademia spagnola, il soggetto paziente è colui che riceve o sostiene l'azione di un agente. E in grammatica svolge un ruolo simile a quello sopra menzionato, poiché è colui che riceve l'azione del verbo, e svolge il compito sintattico del soggetto dei verbi nella voce passiva.
Riferendosi al primo punto, l'essere umano nasce cento impazienti, in cerca di soddisfazione immediata; e nell'adolescenza l'impazienza raggiunge il suo massimo grado quando l'organismo dell'adolescente sperimenta una vera rivoluzione che provoca comportamenti estremi.
Parlando poi del paziente in termini medici, si possono trovare diverse tipologie di paziente, a seconda di cosa soffre o di quale "target =" _ blank "> necessita il trattamento per alleviare i suoi disturbi, tra questi abbiamo pazienti oncologici, psichiatrici, traumatizzati, ipertesi, emiplegici, emofiliaci, cardiaci tra molti altri. Ma per diventare paziente e ricevere un trattamento in quanto tale è necessario passare attraverso una serie di fasi come l'identificazione dei sintomi, poi la diagnosi, seguita dal trattamento e infine il risultato.