In campo medico, la Progeria è una malattia genetica rara che consiste nell'invecchiamento precoce dei bambini. Questa malattia è causata dalla mutazione di un gene che causa l'instabilità delle cellule e l'accelerazione dei processi di invecchiamento sin dai primi anni di vita. Secondo gli studi, un bambino su sette milioni di bambini nati ha questa condizione, con un'inclinazione verso la razza bianca.
La progeria è anche conosciuta come sindrome di progeria di Hutchinson-Gilford, in onore del medico inglese Jonathan Hutchinson che fu il primo a trovarla e di Hastings Gilford, che effettuò diverse analisi sulle sue caratteristiche e sviluppo.
I pazienti con questa malattia manifestano le seguenti caratteristiche cliniche: bassa statura, occhi prominenti, capelli grigi durante l'infanzia, calvizie prematura, pelle rugosa e secca, cranio grande, assenza di ciglia e sopracciglia, arti sottili e scheletrici, alterazione dentizione, problemi cardiaci, arteriosclerosi, osteoporosi, artrite, cataratta, macchie sulla pelle, tra gli altri.
I bambini nati con questa condizione sembrano normali ed è a partire dai dodici mesi che iniziano a comparire i primi segni della malattia. I bambini con Progeria hanno una vita aspettativa di 13 anni, anche se ci sono casi in cui muoiono più giovani o che vivono di essere vent'anni.
È importante chiarire che questa malattia non ha origine perché il padre o la madre sono geneticamente inclini a generare il disturbo. Al contrario, questa malattia, come già accennato, è causata da una mutazione spontanea al momento del concepimento. Questa malattia fa invecchiare rapidamente i bambini (si stima che otto volte più velocemente del normale), motivo per cui genera tutti i tipi di condizioni legate alla vecchiaia. D'altra parte, a livello psicologico, il bambino con Progeria presenta uno sviluppo mentale in base alla sua età, con emozioni e intelligenza per la sua età.
Attualmente non esiste un trattamento che dia risultati positivi nella lotta contro questa malattia. Ma ci sono trattamenti per alleviare o prevenire alcuni degli effetti che questa condizione può causare, ad esempio ictus, malattie cardiache, tra gli altri.