Un "sacrilegio" è considerato qualsiasi atto o discorso in cui rispetto o disprezzo, in un modo o nell'altro, è dato a un oggetto, entità o persona che è considerato sacro. Elementi che derivano dai sacrilegi sono la dissacrazione, in cui un simbolo o un oggetto sacro è usato in modo irrispettoso o inappropriato, e la bestemmia, che, al di là della sua definizione di menzogna, è responsabile anche di tutte quelle parole hanno un effetto offensivo sulle entità sacre. La parola può anche riferirsi alla rappresentazione teatrale Sacrilegio, un'opera scritta nel 1927 da Ramón María del Valle-Inclán e che è stata inclusa nella Pala d'altare dell'avarizia, della lussuria e della morte.
I sacrilegi si dividono in diverse categorie, a seconda del target dell'oscenità, essendo i seguenti: sacrilegio personale (insulti rivolti a una persona di ufficio religioso, come una suora o un sacerdote, e le funzioni che svolge all'interno della chiesa), sacrilegio locale (atti profani commessi all'interno di un recinto religioso) e sacrilegio reale (in cui alcuni oggetti sacri sono mancati di rispetto).
Queste pratiche sono state osservate da tempo immemorabile; durante il periodo dell'Impero Romano, quando si praticava il diritto romano, il sacrilegio si riduceva al furto di beni considerati sacri. Quando finalmente iniziò il Medioevo, con la caduta dei resti dell'Impero, la definizione si allargò. Tuttavia, è necessario tenere conto della ricchezza culturale di cui il pianeta è dotato; quindi i significati di santo e profano sono molto variati nel tempo, il che non consente una valutazione oggettiva di quelle circostanze in cui si commette un sacrilegio.