Questa parola è usata legalmente per riferirsi a qualsiasi colpa o errore commesso, sia per incuria o ignoranza, allo stesso modo, si può dire che l'errore è un errore fatto che trasgredisce le norme morali o religiose di una società. A livello giudiziario, un errore è visto come un reato che può portare a una sanzione. Per il diritto penale questo termine è inteso come una contravvenzione, che consiste nell'adozione di una condotta che va contro alcune norme già stabilite, e che potrebbe ledere qualsiasi bene legale, ma che tuttavia non viene apprezzata come un crimine, poiché le sue conseguenze non sono sufficienti per essere prese come tali.
Affinché una persona sia accusata di un errore, è necessario che prima soddisfi determinate condizioni: tipicità, illegalità e colpa. Una volta espletato il procedimento legale, è la legge che determina se la gravità dell'evento è sufficientemente grande da essere considerato un reato. Se le conseguenze del fatto non sono gravi, allora viene emessa la pena che deve essere scontata, ovviamente deve essere una pena minore per non essere considerato reato, comunque il colpevole deve pagare comunque, in questo caso viene processato non per punire con privazione della libertà, ma piuttosto per applicare sanzioni che aumentino la consapevolezza, come lo svolgimento di attività comunitarie.
Nella sfera religiosa, quando una persona commette un peccato per ignoranza, è ancora colpevole. Nella Bibbia il libro del Levitico dice: "Se ogni congregazione d'Israele è quella che commette un errore, e la questione passa inosservata all'assemblea e fanno una qualsiasi delle cose che il Signore ha comandato di non fare, rendendosi così colpevoli".